novembre / dicembre 2007
Ferdinando Fedele artista con un percorso già alle spalle e una formazione europea di grande spessore, fatta di intense relazioni con Francia, Austria e Germania.
Con questa personale ripercorre strade già esplorate a fondo attraverso la pittura, strumento e linguaggio che resta la sua madrelingua.
Da un’originale espressione che si poggiava sull’installazione e sulla fotografia, l’artista torna infatti con quest’esposizione a confrontarsi con la sola pittura, strumento espressivo mai accantonato, ma sempre inserito nelle diverse tecniche espressive.
La scelta è conseguente alla ricerca effettuata in questi anni proprio su linguaggi multipli, e dopo aver quindi verificato come ciò che comunque crea l’espressione artistica è il portato psicologico-emotivo, che ne resta il motore principale.
Il senso della scelta dell’artista denuncia che il vero strumento linguistico, di cui non si può fare a meno, è in realtà la percezione emotiva, la riflessione razionale, il comportamento, la formazione culturale radicata nel tempo-vita; in sostanza quello straordinario intreccio di comportamenti e di eredità storico-culturali che è l’uomo.
E anzi, proprio la pittura, per secoli espressione privilegiata, è adatta a restituire con immediatezza e sensibilità le diverse sfaccettature delle singole emozioni, legate sia al contatto con la realtà, che alle elaborazioni linguistiche ad essa collegate o meno.
Riflessione perciò è la pittura che riflette come uno specchio ciò che l’animo sente.
Lo stesso sentire è un verbo che esprime bene la connessione con la realtà, il percepire ciò che accade.
Come tra i tanti autori, anche Susan Sontang fa notare che uno dei problemi del contemporaneo: è proprio percepire il reale, distinguere la realtà dalla sua immagine, dal suo riflesso mediatico, e cioè dalla fotografia, dal video. L’autrice sottolinea come spesso l’immagine, l’icona si sostituisca al reale.
E in altre parole come l’uomo contemporaneo faccia fatica a riconoscere cosa c’è di reale nel riflesso iconico della fotografia, ad esempio, e il suo contrario; cioè quale tipo di finzione contenga il reale. Come, in parole povere, nel contemporaneo l’uomo soffra di scollegamento con il reale.
La mostra quindi contiene tutte quelle implicazioni infrasottili di un confronto aperto tra la pittura e il suo immediato passato, tra il pittorico e l’icona/spazio/tempo dei media contemporanei.
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