IL RI-TRATTO DI ANTONIO di ANTONIO PASSA

dal 18 febbraio al 10 marzo 2009
vernissage: mercoledì 18 febbraio ore 19,00

La galleria Hybrida Contemporanea di Roma presenterà mercoledì 18 febbraio 2009 alle19,00 la mostra personale di Antonio Passa dal titolo “Il ri-tratto di Antonio”, a cura di Martina Sconci.

Contro ogni soggettivismo espressivo, Passa ha sempre privilegiato un atteggiamento analitico e razionale nei confronti del processo artistico.
Rifacendosi a quella “linea analitica dell’arte” teorizzata da Filiberto Menna, per cui l’artista “sposta i procedimenti dal piano immediatamente espressivo o rappresentativo a un piano riflessivo, di ordine metalinguistico, impegnandosi in un discorso sull’arte nel momento stesso in cui fa concretamente dell’arte”, Passa parte da una idea preliminare, stabilendo delle regole a priori che andranno a governare la costruzione dell’opera. Un’analisi matematica e linguistica del fare arte, in cui la forma viene ridotta agli elementi fodamentali e portata a pura lineareità. Non ci sono tracce di casualità o impulsività. L’opera d’arte non rappresenta altro che se stessa. L’artista si concentra sull’analisi del metodo, sull’idea, sul processo più che sull’opera come risultato finito. Come sosteneva Frank Stella “la mia pittura è basata sul fatto che vi si trova solo quello che vi si può vedere”: è telaio, tela e colore, tre elementi da sempre posti al centro della ricerca di Passa.
Per la galleria Hybrida realizza un progetto site specific: dopo aver preso le misure della parete di fondo dello spazio, suddivide la superficie in sessanta tele quadrangolari e, utilizzando quattro colori fondamentali (giallo, rosso, blu, verde), ne studia le varie combinazioni e i rapporti interni, cercando di capire il movimento e la logica dell’opera. Il risultato è un insieme di linee, colori e forme in stretta armonia ed equilibrio da cui emerge la trasparenza concettuale del caso e della necessità, dell’ordine e del disordine tipici del Minimalismo. Non c’è però freddezza e asetticità, quello di Passa è un minimalismo riscaldato dal colore che, stratificandosi nel percorso delle pennellate, restituisce una particolare luminosità.
Per l’allestimento l’intera opera è stata scomposta in quattro figure architettoniche primordiali: il dolmen, la porta, la scala e la pianta a forma T dell’edificio greco, elementi che vivono lo spazio della galleria e dialogano con esso rendendolo perfettamente parte integrante del lavoro.
E’ interessante pensare a quest’opera anche come a una “partitura musicale”che, attraverso le sue note e i suoi rapporti puri ha costituito un ritmo libero dall’oppressione della forma; un ritmo vitale che rappresenta il modo di agire, di essere dell’artista e soprattutto il suo modo di analizzare la realtà per trovare un equilibrio individuale. Un ri-tratto di Antonio, appunto, in cui alla semplicità delle linee e delle geometrie corrisponde la complessità del contenuto.

Antonio Passa, nato a Cava de’ Tirreni nel 1939, dopo gli studi all’Istituto di Belle Arti di Napoli e la laurea al DAMS di Bologna con una tesi sulla Poesia Visiva, ha cominciato ad esporre in importanti gallerie già dai primi anni Settanta per poi trasferirsi a Roma dove ha iniziato a elaborare il suo discorso analitico e concettuale sulla pittura. Per molti anni è stato Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Roma e, oltre a realizzare numerose mostre collettive e personali in Italia e all’estero, ha partecipato alla XLII Biennale di Venezia (1986) e alla XI e XIII Quadriennale di Roma (1986 e 1999).

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